CARLO BADIALI
Nato a Pavullo il 31-8-1926, nell'immediato "dopo-guerra" (1945 e 1946) gareggiò nello sci di fondo (Franco Leoni e Amilcare Zanaroli erano, tra gli altri, suoi compagni in questa specialità), allenato da Sandro Pirazzini. Nello stesso 1946 passò al ciclismo.
Molto forte in salita, nel 1946 vinse la prima edizione del "Circuito di Pavullo" e il primo "Giro del Frignano": in quest'ultima competizione, che allora aveva Lama Mocogno come sede di partenza e di arrivo, arrivò solitario con 13' di vantaggio (Azzani e Nando Minelli erano suoi compagni). Successivamente si distinse in altre gare, tra cui una "Modena - Abetone" (1948 o 1949) dove, dopo una fuga solitaria che lo fece transitare in testa nella "sua" Pavullo, arrivò 5°, preceduto al traguardo da Milano, Giacchero, Parodi e Gismondi, quattro corridori poi destinati a diventare gregari di Fausto Coppi.
Nel 1949 doveva passare al professionismo per disputare il Giro d'Italia ma, per disguidi burocratici di mancato tesseramento, non se ne fece nulla.
Nello stesso anno andò in Venezuela portato da Allegro Grandi, un carpigiano che era l'allenatore della squadra venezuelana di ciclismo: in Venezuela corse nella squadra del "Deportivo Italia", composta da corridori italiani. Si distinse in molte gare, tutte "in linea", che, data la conformazione del terreno, spesso presentavano salite durissime: tra queste da ricordare la vittoria (15-9-1952) nell'importante "Caracas - La Vittoria", una cronometro a squadre vinta dai cinque del "Deportivo Italia", il 2° posto nel "Circuito di Altamira" e il 3° posto nella "Caracas-Igarote", dopo quattro forature.
Nel 1952 doveva far parte della rappresentativa venezuelana al Giro Ciclistico del Messico, ma improvvisi problemi di salute fecero saltare anche questa corsa a tappe: poco dopo rientrò a Pavullo, senza però più prendere parte a competizioni.
ERMANNO BENETTI
Fu un altro grosso esponente dell'U.S Pavullese, compagno di squadra e di avventure di Romeo Venturelli e dei fratelli Giusti.
Le sue doti sono ben descritte dal giornalista Bruno Storchi che, in occasione della sua vittoria nella "bella e terribile" MONTALE - MONTEFIORINO del 1957, così scriveva:
"Benetti ha messo in vetrina le sue ottime qualità: prontezza di scatto, buona tenuta sul passo, sufficiente sicurezza in salita e quella di spericolato discesista".
Un'altra sua importante vittoria l'ottenne nel 1958, vincendo, a Faenza, una prova della "S. Pellegrino", giungendo solo al traguardo (13°, in quell'occasione, fu Gabriele Giusti).
Numerosi furono altri suoi ottimi piazzamenti, come si può anche dedurre dalle riportate cronache di Romeo Venturelli e di Gabriele Giusti.
FRANCESCO JACCONI
Nato a Montebonello di Pavullo il 25-5-1944, fu importante corridore dell'U.S. Pavullese: ottenne, però, grossi risultati solo fra gli "esordienti" e gli "allievi". Molto forte soprattutto in salita.
Come "esordiente" (1960, difendendo i colori dell'U.S. Pavullese) era praticamente imbattibile. Luigi Rompianesi, nella "Gazzetta di Modena" così raccontava la sua ennesima vittoria nella MODENA - VIGNOLA - PAVULLO del luglio '60:
"Partenza velocissima dei 27 puledri smaniosi di mettersi in evidenza e di controllare l'uomo da battere, identificato nel giovane fenomeno, è il caso di dirlo, Francesco Jacconi ... Lungo le prime rampe, però, il gruppo si allunga e solo sette unità rimangono al comando, controllate peraltro dallo stesso Jacconi. L'episodio decisivo della corsa avviene sulla serpentina di Festà, a 15 Km. dal traguardo, quando il giovane atleta della "Pavullese" opera alcuni prepotenti scatti che lasciano "sur place" tutti gli avversari, ad eccezione di Giorgio Cocchi (Polisportiva Samoggia) che rimane inchiodato alla sua ruota. Ma la strapotenza di Jacconi ha ben presto ragione anche di questo avversario e, in pochi chilometri, il campioncino in erba si trova solo al comando della gara, giungendo poi al traguardo con un ottimo margine di vantaggio. Occorre sottolineare questa ennesima vittoria di Jacconi che sta veramente mietendo successi su successi, sgominando ogni avversario della sua categoria. E' senza dubbio il nuovo astro del nostro ciclismo minore e la seguente tabella potrà chiaramente provare questa indiscussa superiorità. In questo scorcio di stagione ha disputato 11 corse per "esordienti" e ha ottenuto i seguenti piazzamenti: 7 primi posti, tutti per distacco, 2 secondi (in volata), un 3° e un 4° (tutti in volata). Alcuni tecnici hanno già posto gli occhi su di lui per ingaggiarlo la prossima stagione".
Nel 1960, come "esordiente", vinse ben 14 corse. Oltre la già citata Modena - Pavullo, sono da ricordare altre due sue grandi vittorie di quell'anno "magico". Vinse una durissima CARPI - SERRAMAZZONI, corsa sotto la pioggia e la neve: a Maranello aveva ben 4' di distacco, ma si scatenava poi in salita, raggiungendo la testa della corsa alla "fontanina" della Bastiglia, per poi involarsi e arrivare solitario a Serramazzoni con 32" di vantaggio! Andò poi a vincere la TRENTO - ROVERETO - TRENTO - POVO, un'importantissima corsa, che vedeva al via ben 450 (sic!) "esordienti", con i 3 Campioni Italiani, in carica, della D.A.C.E., dell' U.I.S.P. e dell' U.V.I. e con una fortissima rappresentanza di corridori veneti e toscani: il gruppo dei corridori era immenso, e Jacconi ci mise 30-40 Km., con continui sorpassi ai margini della strada, a raggiungerne la testa! L'arrivo, a Povo, era in salita: sotto lo striscione dell'ultimo chilometro, aveva un distacco di 30" da un gruppetto di 5-6 corridori. Di nuovo si scatenava, raggiungeva i fuggitivi, li lasciava sul posto e, con sforzo fuori dal comune, vinceva solitario: lo sforzo compiuto fu tale che, appena tagliato il traguardo, cadde stremato a terra con la bicicletta !
Sempre nel 1960 fu 2° al Campionato Italiano per "esordienti", battuto inopinatamente (l'aveva già sconfitto in altre occasioni!) da Ivo Ravera ("Pedale Aullese"). Dopo 7 giorni, il "nostro" si vendicò, andando a battere Ravera proprio ad Aulla!
Dal 1961 al 1963 corse tra gli "allievi" (i primi due anni per l'U.S. Pavullese e il terzo per la S.C. "San Possidonio").
Nel 1961 ottenne due grandi vittorie (purtroppo, le ultime). Vinse la 6^ COPPA "PONTE AEMA", una serie di ben 6 corse, dove Jacconi fu primo nella classifica finale, precedendo un certo Mangani, poi "azzurro" tra i dilettanti. Vinse poi un'importante corsa a BOLZANO. Nei tre anni di "allievo", ottenne numerosi piazzamenti.
Nel 1964 e nel 1965 fu tra i dilettanti (U.S. Pavullese), correndo con gente come Zandegù, Bianchetto, Beghetto, Maino, senza però ottenere grossi risultati.
Fece poi il servizio militare, che segnò la fine della sua carriera agonistica.
Rimase poi sempre legato all'ambiente ciclistico, facendo, negli anni '80, il Direttore Sportivo dell'U.S. Pavullese. In questo periodo diresse alcuni corridori di buona levatura: ALESSANDRO GIUSTI (il figlio di Gabriele "Bebe" Giusti, che corse fino negli "juniores"), DANIELE CANDELI (che corse fino negli "juniores"), GIULIANO BADIALI (vedi in "mountain bike") e FRANCESCO CHIODI (che corse fino negli "juniores").
Alla fine degli anni '90, Francesco Jacconi è diventato con-titolare (insieme a Cesare Busani, di Montechiarugolo) del Team di Assistenza Tecnica "Shimano", seguendo le principali corse per dilettanti.
ETTORE LIPPARINI
Buon corridore dell' U.S. Pavullese, fu impegnato nelle categorie "esordienti", "allievi" e "dilettanti".
Come "allievo", ottenne un'importante affermazione nel PICCOLO GIRO DEL FRIGNANO (28 agosto 1960), che rivive nella cronaca di Mazzieri:
"... selezione implacabile per i concorrenti, sia per il percorso particolarmente severo e sia per il caldo soffocante, che non aveva nulla da invidiare a quello delle tappe meridionali del Tour de France. Se aggiungiamo le numerose forature e le cadute, per cui molti concorrenti hanno dovuto ricorrere alle cure del sanitario al seguito della corsa Dott. Nardini, all'alta media ottenuta in relazione al percorso (32,957 Km./h), avremo un quadro preciso della durezza della corsa, combattutissima dal principio alla fine". Il percorso era: Lama Mocogno (dove il via fu dato dal Sindaco di Lama, Geom. Giuseppe Amidei) Barigazzo - Pievepelago - Sestola - Ponte di Prugneto - Renno - Pavullo. Gran folla lungo tutto il percorso e, all'arrivo, giunse un terzetto: Ettore Lipparini precedette Giusti (G.S. Montalese) e Marino Pelloni (U.S. Pavullese). "Giustificato quindi l'entusiasmo che regnava nel clan dei Pavullesi, numerosi a incoraggiare i loro corridori che, con la loro vittoria, hanno assicurato alla Società la coppa di S.E. il Prefetto e quella dell'Amministrazione Provinciale. Delusione, invece, tra gli sportivi di Lama per la prova dei corridori locali, due dei quali si sono ritirati".
Da ricordare il 7° posto nella Modena-Pavullo del 1959: vinse G.B. Balducci (S.S. Faentino) e, dopo 30", un gruppetto di 5 corridori tra cui Ettore Lipparini e l'altro corridore dell'U.S.Pavullese Paride Tedeschini, giunto 4°.
Nella Modena-Pavullo del 1960 giunse 5°, a 15" dal vincitore Lauro Grazioli (S.C. Rocca di Scandiano). Al 15° posto giuse l'altro pavullese Marino Pelloni.
RENATO VENTURELLI
Fratello minore di Romeo, ottenne buoni risultati, come dilettante. Nel 1962 correva per il G.S.Montanini di Pavullo e ottenne belle vittorie nel Trofeo "Piramidi di Segonzano" (Val di Cembra - Trentino), dove 9° finì il suo compagno di squadra Liberio Lavacchielli, a Pergine di Valsugana, a S.Prospero. Giunse 2° a Prato e pure 2°, con soli 4" di distacco da Maccaferri, nella classica cronometro Vignola - Guiglia; fu 3° a Parma.
GIUSEPPE LIPPARINI
Nato a Pavullo il 15-7-1944, iniziò la sua attività sportiva nel 1956 nel tennis (vedi "tennis").
Nel 1960 abbandonò il tennis, passando, appunto, al ciclismo, gareggiando per l'U.S. Pavullese.
Nel 1960 fu nella categoria "esordienti", insieme a Francesco Jacconi. Nel 1961 e nel 1962 su tra gli "allievi" e nel 1963 tra i "dilettanti": in quest'ultimo anno non poteva allenarsi a dovere, in quanto aveva iniziato gli studi presso il Politecnico di Milano. Anche per quest'ultimo motivo, l'anno successivo abbandonò il ciclismo per tornare, e con ottimi risultati, al tennis.
Nel ciclismo non ottenne grandi risultati, "finendo però", come afferma lui stesso "spesso tra i primi 5".