Pietro Baisi

Pietro Baisi (più noto come Piero) nacque a Serramazzoni il 10 settembre 1945 e fu un talentuoso centravanti. Terzogenito (Paolo e Giovanni, detto "Vanni" i fratelli, mentre il padre Corlando, sarto, era stato portiere del Serramazzoni negli anni pre-bellici), era alto 1,74 m. per un peso-forma di 74 Kg.
Nel 1961-1962 fu nelle squadre giovanili del SASSUOLO e debuttò in prima squadra quando non aveva ancora compiuto i 16 anni: infatti, fu suo padre a firmare l'assenso scritto.
Nella stagione 1962-1963, entrò nelle squadre giovanili del TORINO, segnalato da uno dei più importanti ex-giocatori del Modena, Astro Galli, che era anche osservatore per la squadra granata la quale, per averlo, dovette sborsare al Sassuolo l'allora considerevole cifra di 3.800.000 lire: nel suo primo anno a Torino giocò molte partite nel campionato "primavera" e in quello "De Martino", che era un campionato cui erano iscritte le squadre di serie "A" che qui facevano giocare le riserve (un bel modo per far mettere in mostra i più promettenti giovani dei vari vivai). Nel 1963-1964 fu ancora nel Torino, partecipante a molti allenamenti della prima squadra, sotto la guida del grande allenatore Nereo Rocco. Di quei primi anni a Torino Piero ricorda: "Era difficilissimo arrivare a giocare in serie A. Quando giocavamo nelle giovanili, ognuno pensava al proprio futuro ma molti ritornavano, profondamente delusi, nei loro paesi d'origine. Per cui quando Nereo Rocco, per una partita amichevole della "prima" squadra contro una formazione straniera alla fine della stagione '62-'63, mi chiamò (non avevo compiuto ancora i 18 anni) e mi disse "Ciò mona, questa sera te metti la maglia del Toro", provai una grandissima gioia e pensai che fosse già un arrivo. Ma era solo la partenza. Quella convocazione in "prima" squadra Nereo me la comunicò nel suo "ufficio", che altro non era che la famosa trattoria sita all'interno del vecchio stadio di via Filadelfia, mentre era intento a svuotare il solito bicchiere di vino: in quel suo "ufficio" sbrigava le questioni della squadra e spesso gli teneva compagnia, nello svuotare qualche bicchiere, il suo grande amico Gianni Brera, forse il più grande giornalista sportivo italiano mai esistito. In quella convocazione il tono della sua voce calcò le parole "la maglia del Toro", per ricordarmi che quella era la stessa maglia vestita, pochi anni prima, dai Campioni di Superga".
Suoi compagni nelle giovanili del Torino furono giocatori che poi contarono numerose presenze in serie "A", specialmente proprio nel Torino: Angelo Cereser (226 presenze in serie "A"), Aldo Agroppi (249 presenze in serie A) e il forte centrocampista modenese Corni. Proprio nell'estate del 1964 il Serramazzoni si iscrisse a uno dei più famosi tornei estivi della provincia modenese: il Torneo di Maranello. Partecipavano squadre molto forti, con fior di giocatori e, per essere all'altezza della situazione, i dirigenti del Serramazzoni misero in formazione Piero che, per ulteriormente rafforzarla, convinse i tre suddetti giovani compagni torinesi (cui sarebbe poi rimasto sempre legato da grande amicizia) a vestire anche loro la maglia del Serramazzoni. Andò così in campo una formidabile formazione che vinse a mani basse il Torneo.
Nella stagione 1964-1965 passò al PARMA (serie "B"), giocando 17 partite e segnando 2 gol, con debutto allo stadio "Braglia" di Modena, con la maglia n. 10, il 1° novembre 1964 in Modena-Parma (3-0): ultimi in classifica generale finale, i parmensi retrocedettero.
Altro campionato di serie "B" nella stagione 1965-1966 nelle fila del POTENZA: 38 presenze (mai un'assenza in un campionato a venti squadre) e 10 gol: i rossoblu potentini terminarono all'11° posto nella classifica generale finale. Nella squadra allenata da Lucchi, Piero costituì un temibile tandem d'attacco con Spelta e di lui così testimoniò un giornalista locale: "Baisi è stato il primo erede di Boninsegna in maglia rossoblu e, pur non emulando in pieno le gesta di "Bonimba", ben si comportò siglando dieci reti e distinguendosi per la sua mobilità e per i suoi movimenti senza palla".
Ancora in serie "B" nel 1966-1967 nel CATANIA: 34 partite e 9 gol, con i rossoblu siciliani al terzo posto finale, insieme al Catanzaro e alla Reggiana e nettamente staccati dalle promosse Sampdoria e Varese. In quell'anno, nel Catania, compagni di squadra di Piero furono il forte mediano sinistro (n.6) Renzo Fantazzi, nativo della parrocchia di S.Faustino di Modena, e il difensore ex-granata Luciano Teneggi che diventò suo grande amico anche nella vita privata. Piero, a Catania, conobbe Serenella, che sarebbe poi diventata sua moglie e serramazzonese d'adozione.
Grande evento per Serramazzoni in quel campionato 1966-1967 in occasione delle due partite tra il Catania e il Catanzaro (terze, a pari punti, alla fine): infatti i due centravanti di quegli incontri erano entrambi di Serramazzoni, Piero Baisi e Gianni Bui che, dopo aver giocato, da grandi amici quali erano, tante partite insieme nel campo sportivo della pineta del loro paese natale, si ritrovarono da avversari, facendosi, ovviamente, immortalare dai fotografi prima degli incontri.
Nel 1967-1968 tornò al TORINO, guidato da Edmondo "Mondino" Fabbri, nel quale fece, finalmente, il suo debutto, nel campionato di serie "A", il 3 dicembre 1967 in un Torino-Bologna allo stadio comunale di Torino (due presenze in tutto). Ancora nel Torino nel 1968-1969 (serie "A"), dove disputò tre partite e dove conquistò la Coppa Italia (allenatore era sempre Edmondo Fabbri e il secondo allenatore un certo Enzo Bearzot, già grande difensore granata). Di quei due anni Piero ricorda: "Alla gioia del debutto in serie A, con relativa possibilità di conquistare un posto da titolare, si contrapposero due grandi delusioni: nel momento migliore della mia carriera, titolare nella Nazionale Olimpica e dopo aver disputato tre ottimi campionati in serie B, tutto fu vanificato da due gravi infortuni. Nel '67-'68 mi fratturai un piede e nel '68-'69 lo stesso piede si fratturò nuovamente durante la partita Bologna-Torino". Piero continua: "Il mio pensiero va a Edmondo Fabbri, per me l'allenatore migliore in assoluto per capacità, intelligenza e personalità: mi è molto dispiaciuto che, nella recente fiction televisiva sulla vita di Gigi Meroni, l'abbiano fatto apparire come allenatore di poca personalità" e ancora: "Andammo ad Amsterdam per disputare una partita Ajax-Torino. Il giorno prima la squadra fu invitata dal sindaco della città per un brindisi augurale: dopo ci fecero vedere alcuni filmati di partite dell'Ajax (una squadra ancora poco conosciuta a livello internazionale) che giocava in modo strepitoso e che segnava gol incredibili. Alcuni miei compagni (Puia, Poletti. Ferrini e il centravanti francese Nestor Combin) commentarono a bassa voce e sfotterono, in quanto quei gol, secondo loro, venivano fatti più per la pochezza degli avversari che per merito dei giocatori dell'Ajax ai quali davano poco peso: due di loro si chiamavano Johan Cruijff e Johan Neeskens …. Il giorno dopo, alla fine del primo tempo, ci avrebbero rifilato 4 gol, colpendo anche due pali. E' meglio che qui taccia sul risultato finale".
Nel 1968 fu una delle tre "punte" d'attacco della Nazionale Italiana giovanile che vinse la medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo (5 presenze e 2 gol), allora disputatisi in Tunisia con la finale a Tunisi. Suoi compagni di squadra, alcuni dei quali poi famosissimi, furono Pietro "Pietruzzu" Anastasi (n.9 della Juventus e della Nazionale), Vecchi (poi portiere del Milan), Fara, Cresci, Battisodo, Parola, Pasetti, Nevio Scala (capitano di quella squadra e poi grande allenatore del Parma) e Luciano Chiarugi (grande ala sinistra della Fiorentina e del Milan, con alcune presenze in Nazionale): riserva di Piero, come centravanti, Giuseppe "Beppe" Savoldi, divenuto poi uno dei più importanti cannonieri italiani. Con la tuta di quella Nazionale giovanile comparve anche in prima pagina, a colori, in un numero della "Enciclopedia dello Sport", commercializzato in quel 1968: "In origine quella era la Nazionale Olimpica che avrebbe dovuto partecipare alle Olimpiadi di Città del Messico ma, all'ultimo momento, fu esclusa in quanto quello italiano era un calcio professionistico: quella stessa Nazionale fu allora iscritta ai Giochi del Mediterraneo di Tunisi. Fu quello un momento molto positivo della mia carriera e venivo convocato in tutte le Nazionali, esclusa la maggiore. In una di queste convocazioni, mio compagno di camera, a Coverciano, fu Fabio Capello e insieme si parlava del futuro sognando di "sfondare": beh … pensate alla carriera di Capello! Un altro episodio, meno positivo, fu quando, sempre in un ritiro a Coverciano mi rivolsi a Sergio Gori, centravanti di riserva dell'Inter e poi del Cagliari scudettato, dicendogli "Sei in camera con me" e lui, di rimando "Ti sbagli, tu sei in camera con me": era uno dei tanti "montati" presenti tra i calciatori".
Nel 1969-1970 ritorno in serie "B" con il neo-promosso PISA: 33 presenze e 7 gol (di cui quello dello 1-1 tra Pisa e Modena alla "Arena Garibaldi"), con i nerazzurri toscani al 7° posto nella classifica generale finale.
Nel 1970-1971 disputò un intero campionato di serie "A", quale centravanti del CATANIA, segnando 3 gol. Sempre nella squadra etnea nel 1971-1972, in serie "B", con 6 gol all'attivo, di cui il terzo al Modena nel 3-0 vittorioso del Catania al "Cibali". "In quei due anni a Catania segnai due gol bellissimi. Il primo in Coppa Italia contro il Milan dove battei il portiere Fabio Cudicini con una bella sforbiciata al volo dal limite dell'area e il secondo, decisivo per la vittoria 1-0 contro il Palermo, con un'esecuzione difficilissima al volo con la palla che mi arrivò alle spalle. In quel campionato in A giocai contro Gianni Rivera e Gigi Riva, due tra i tre miei migliori avversari: il terzo è stato Giacomo Bulgarelli".
Serie "B" nel 1972-1973 con il NOVARA: 31 presenze e 5 gol.
Poi, per i tre campionati successivi, all'ALESSANDRIA, rispettivamente in serie "C" (15 reti), "B", "C": "Il secondo anno ad Alessandria, in serie B, feci un gran girone d'andata ma poi, durante una partita con il Parma, in un contrasto di gioco con un difensore subii una doppia frattura della tibia che mi aprì la strada verso la fine della carriera".
Sua ultima stagione fu un "ritorno alle origini" nel SASSUOLO, con il quale, nel campionato 1976-1977, ottenne la promozione dalla IV^ Serie: fu capo-cannoniere con 18 reti.
In conclusione, Piero Baisi fu un ottimo giocatore, seppure "un pelino sotto", come carriera e risultati sportivi, al suo grande amico e coevo Gianni Bui (praticamente le loro furono "carriere parallele"). Di minor altezza e di minor prestanza fisica, Piero non eccelleva, come Gianni, nel colpo di testa o in altre giocate acrobatiche, mentre era più dotato nel dribbling e nel gioco stretto, il tutto sostenuto da una classe sopraffina. Rispetto a Gianni, Piero segnò meno reti complessivamente soprattutto per una carenza nello sfondamento a rete, mentre eccelleva nel dialogo e nel gioco con i suoi compagni di centrocampo e di attacco.
Dopo la carriera da giocatore, non ne seguì nessuna come allenatore (tranne un anno alla guida del Serramazzoni) pur avendo il relativo tesserino.

CARRIERA AGONISTICA

Stagione

Squadra

Serie Presenze Goal
'61-'62 SASSUOLO  Giov. - -
'62-'63 TORINO  Giov. - -
'63-'64 TORINO Giov. - -
'64-'65 PARMA  B 17 2
'65-'66 POTENZA B 26 8
'66-'67 CATANIA B 34 9
'67-'68 TORINO A 2 -
'68-'69 TORINO A 3 -
'69-'70 PISA B 33 7
'70-'71 CATANIA A 28 3
'71-'72 CATANIA  B 32 6
'72-'73 NOVARA  B 31 5
'73-'74 ALESSANDRIA C ? 9
'74-'75 ALESSANDRIA  B ? 4
'75-'76 ALESSANDRIA  C ? 2
'76-'77 SASSUOLO  IV^ serie ? ?

RISULTATI MIGLIORI OTTENUTI

Anno

Risultato

1968 medaglia d'oro, con la NAZIONALE OLIMPICA, 
ai "GIOCHI DEL MEDITERRANEO" di TUNISI
1969 vinta COPPA ITALIA
1973 vinto il campionato (ALESSANDRIA)
1977 vinto il campionato (SASSUOLO)
1967 terzo posto in campionato (CATANIA)

GOALS SEGNATI NELLA CARRIERA
(SENZA RIGORI):

Goals

Dove

80 nei vari Campionati
20 nelle Coppe
6 nella Nazionale Olimpica