Sport... in briciole

In questo capitolo vengono citate quelle attività che, seppure importanti, hanno trovato svolgimento in modo occasionale e saltuario.

 

EQUITAZIONE

Il 25-26-27 luglio 1969 si tenne, presso il Campo d'Aviazione, il "Completo Nazionale di equitazione di Pavullo", curato, per la parte tecnica, dalla "Società Modenese di Equitazione". In gara ci furono i migliori cavalieri italiani della specialità, tra i quali gli "olimpionici" Argenton e Nava e la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Tokyo, Mauro Checcoli.

 

HOCKEY A ROTELLE

Nel luglio 1969 ci fu a Pavullo, sulla pista di pattinaggio, l'incontro tra le squadre modenesi dell' "Iris Amatori" (partecipante al Campionato Nazionale di serie "A") e del "Rapid Modena": l'incontro fu di particolare rilievo tecnico, per l'alto valore dei giocatori in campo.

 

AEROMODELLISMO

Nel 1969 si svolsero, a Pavullo, i Campionati Italiani, organizzati dall'U.S. Pavullese "Olimpia" con la collaborazione delle Presidenze (nazionale e provinciale) del C.S.I.
Negli anni seguenti, fino al corrente anno 2000, hanno poi sempre avuto luogo periodiche manifestazioni (agonistiche e non) a livello regionale e nazionale.

 

SCHERMA

Nel 1961 si tenne, a Pievepelago, il primo Centro Tecnico Federale Estivo di scherma, che ebbe luogo anche nel 1962 e nel 1963.

Per questo Centro ci fu la progettazione di un apposito Palazzetto dello Sport, ma il progetto, già sulla carta, non si concretizzò cosicchè, con gran disappunto dei pievaroli, il Centro fu trasferito, dal 1964, a Zocca.

 

KUMITE

Si tratta di un tipo di lotta giapponese. Nei campionati italiani di kumite e fukugo (appartenenti alla Federazione Nazionale Karate) del 1999, svoltisi a Casale Monferrato, Mirco Mattioli, di Polinago e nato nel 1979, ha vinto il titolo nazionale "juniores" nella categoria riservata ai 75 chilogrammi.

 

GINNASTICA ARTISTICA

In questa disciplina sportiva ricordiamo URSULA LANGOVA in SOCI, ginnasta di origine cecoslovacca ma da anni abitante a Pavullo nel Frignano.

Nata il 16-1-1960 a Trutnov, in Cecoslovacchia (nell'attuale Repubblica Ceca), all' età di 6 anni ha iniziato una preparazione generale motoria, passando, all'età di 9 anni, all'attività agonistica, protrattasi fino all'età di 14 anni.

Fortissima nella specialità delle "parallele asimmetriche", si disimpegnava molto bene anche nel "cavallo", mentre i suoi punti un po' più deboli erano la "trave" e il "corpo libero".

Nelle "parallele asimmetriche" si impose in numerose importanti gare provinciali, ottenendo poi discreti piazzamenti anche in gare regionali che le permisero la partecipazione a due Campionati Nazionali Assoluti di ginnastica artistica (1973 e 1974): in questi ultimi non riuscì ad ottenere risultati tali da permetterle il passaggio a gare internazionali. Nel 1973 fu tra i primi dieci personaggi sportivi dell'anno della sua città natale.

All'età di 15 anni iniziò a insegnare ginnastica artistica e ottenne il "patentino" per fare il giudice in gare provinciali.

Durante gli anni del liceo passò all'atletica leggera, dove si distinse nei 50 metri piani, nel salto in lungo e nel salto in alto: in quest'ultima specialità partecipò ad un incontro studentesco nella Germania dell'Est, tra rappresentative delle due Nazioni.

A Pavullo dal 1983, nel 1985 era presente alle Olimpiadi del Frignano, eseguendo, nella cerimonia inaugurale allo Stadio "G. Minelli" di Pavullo, un apprezzato saggio ginnico con un esercizio "a corpo libero": in quella occasione si aggiudicò pure il primo posto nel salto in alto e, nel nuoto, alla gara della "rana". Lo stesso esercizio "a corpo libero" lo eseguì, pochi giorni dopo, anche a Serramazzoni, al Centro Estivo di ginnastica.

Dal 1985 al 1987 ha cooperato con la Prof.ssa Paola Nicolai alla preparazione dei giovani nella ginnastica artistica; dal 1998 dirige la preparazione pre-sciistica, in palestra, degli atleti pavullesi dello sci di fondo. I suoi due figli, Soci Marco e Fabio, hanno seguito le sue orme agonistiche, distinguendosi sia nello sci di fondo che nel ciclismo.

 

OLIMPIADI DEL FRIGNANO

Questa manifestazione, che voleva far rivivere "lo spirito di Olimpia" nel Frignano, annoverò tre edizioni.

1985

Con il patrocinio della "Comunità Montana del Frignano" e con la collaborazione del C.O.N.I. e dei Comuni, si tenne (dal 17 agosto all' 1 settembre 1985) la prima edizione delle "OLIMPIADI DEL FRIGNANO".

La solenne cerimonia inaugurale avvenne sabato 17 agosto a Pavullo nel Frignano, con la sfilata lungo le vie del centro cittadino delle Autorità, degli atleti, della banda e delle majorettes che, partiti dal Parco Ducale, giunsero allo stadio "G. Minelli"; dal Parco Ducale partì la fiaccola, poi trasferita, nelle mani dell'atleta pavullese Mauro Bazzani, allo stadio, dove fu acceso il tripode.

Erano 17 le discipline sportive interessate: qui le riportiamo con le relative sedi di svolgimento.

Ciclismo (Pavullo-Lama-Polinago-Serra-Pavullo: Km. 65)
Lancio del ruzzolone (Pavullo)
Tiro alla fune (Pavullo)
Gimkana motociclistica (Serramazzoni)
Nuoto (Pavullo)
Tiro a piattello (Polinago)
Pesca sportiva (Fanano)
Atletica leggera (Pavullo)
Equitazione (Pavullo)
Corsa campestre (Lama Mocogno)
Calcio (finale a Polinago)
Tennis (finali a Lama Mocogno)
Tennis da tavolo (Serramazzoni)
Calcetto (finale a Polinago)
Pallacanestro (finale a Fiumalbo)
Pallavolo (finale a Fiumalbo)
Bocce (Fanano)

Medagliere ufficiale

Squadra

Oro Argento Bronzo
PAVULLO NEL FRIGNANO 35 24  22
LAMA MOCOGNO 11
SERRAMAZZONI  5
POLINAGO  2
SESTOLA  2
FANANO  4
RIOLUNATO  2
PIEVEPELAGO  - 3
FIUMALBO  - 2
MONTECRETO  - - -


Nel gennaio 1986 si svolsero le Olimpiadi Invernali, che ebbero luogo a S. Anna Pelago (11 gennaio) per lo Sci di Fondo e alle Polle di Riolunato (18 gennaio) per lo slalom gigante. Ciascuna disciplina era poi suddivisa in varie categorie, in rapporto all'età dei partecipanti.

Massiccia fu la partecipazione in entrambe le competizioni, specie nello slalom gigante che vide in lizza ben 250 atleti, in rappresentanza di tutti e dieci i Comuni.

Nel fondo le medaglie d'oro furono vinte da Pavullo (8), da Lama Mocogno (2), da Pievepelago (1) e da Riolunato (1). Nello slalom gigante furono vinte da Sestola (6), da Fiumalbo (2), da Lama Mocogno (1) e da Riolunato (1).


1986

Polinago fu la sede della 2^ Edizione (dal 23 agosto al 7 settembre), comprendente 17 Discipline Sportive. Gli atleti in gara furono, in totale, 1.500.
Un breve resoconto di quell’edizione comparve sul notiziario “Comunità Montana” del settembre-ottobre 1986:
“Doveva esserci un intervallo più lungo tra le prime due edizioni, eppure, grazie ai consensi raccolti lo scorso anno, si è deciso di ripetere l’iniziativa a soli 12 mesi di distanza. L’Olimpiade del Frignano è una manifestazione che comprende 17 diverse discipline sportive, alle quali partecipano le rappresentative di 10 Comuni frignanesi. Quest’anno le gare erano in calendario nel periodo fra il 23 agosto e il 7 settembre.
Per spettacolarità, la cerimonia di apertura è il momento più importante dei Giochi; Polinago ha ospitato la rassegna inaugurale della seconda edizione sabato 23 agosto.
Le rappresentative degli atleti dei 10 Comuni convenute a Polinago sono sfilate attraverso le vie cittadine, precedute dalle autorità intervenute, per radunarsi all’interno delle Stadio Comunale.
Come da copione, si sono susseguiti i vari saluti (del Sindaco del Comune ospitante, Casolari, del Presidente della Comunità Montana, Gianaroli, e del Vicepresidente del C.O.N.I., Malavolti), la formula di giuramento, letta da un atleta, l’accensione della fiaccola e l’arrivo della maratonina Lama Mocogno – Polinago di 14 Km.
A conclusione della serata, un’innovazione di programma, che consisteva in un prolungato spettacolo di fuochi artificiali, ha congedato il pubblico, dandogli appuntamento sui campi di gara dei Comuni che ospitavano i Giochi.
La partecipazione diretta alle gare ha sorpreso ancora una volta: gli iscritti sono stati circa 1.500, un’enormità se si considera che il Frignano ha una popolazione di quasi 37.000 abitanti.
La Comunità Montana intende ringraziare i 10 Comuni membri, il Comitato Provinciale del C.O.N.I. e l’Amministrazione Provinciale di Modena per l’aiuto e la collaborazione presti, al fine di una corretta realizzazione di tutta la manifestazione”.

Medagliere ufficiale

Squadra

Oro Argento Bronzo
PAVULLO NEL FRIGNANO 23 - -
LAMA MOCOGNO 5 4 6
FANANO  4 3 3
SESTOLA  5 4
PIEVEPELAGO  2 6 1
POLINAGO  2 3 3
SERRAMAZZONI  2 2 2
MONTECRETO  2 1 1
RIOLUNATO  1 1 1
FIUMALBO  - - 2


1988

Serramazzoni ospitò la terza edizione, tenutasi dal 20 agosto al 4 settembre, con la festa finale organizzata a Polinago dove, in giornata, si erano svolte le gare di ruzzolone e di tiro al piattello.

Tutte le gare previste dal programma furono seguite con grande entusiasmo dai tifosi delle squadre impegnate; i cori, il tifo, le bandiere e un certo spirito campanilistico fecero da degna cornice alle esibizioni degli atleti.

Medagliere ufficiale

Squadra

Oro Argento Bronzo
SERRAMAZZONI  4 4 -
SESTOLA  3 1 3
PAVULLO NEL FRIGNANO 3 1 -
FANANO  2 2 1
PIEVEPELAGO  1 5 2
LAMA MOCOGNO 1 4 3
POLINAGO  1 - 4
MONTECRETO  1 - 1
RIOLUNATO  - - 1
FIUMALBO - - -

 

VOLO A VELA

Si pu� affermare, con giusto orgoglio, che il �volo a vela� italiano ebbe origine a Pavullo, soprattutto per merito di Luigi Federico Teichfuss.

Teichfuss nacque a Lucerna (Svizzera) il 15-12-1884 e, nei primi anni del �900, si mise in evidenza come ciclista, sia su strada che su pista: su strada divent� il miglior passista svizzero e in pista era fortissimo, specie nella specialit� di inseguimento dietro motori. Nel 1907 venne a correre in Italia, prendendo parte a numerose gare, che lo videro affrontare, tra i tanti, campioni del calibro di Giovanni Gerbi (�il diavolo rosso�), Ganna (il vincitore del primo Giro d�Italia) e Eberardo Pavesi.

Era anche appassionato di volo e, venendo spesso a Sestola sia per motivi di lavoro ed anche perch� qui gli piaceva soggiornare tra i vari allenamenti, fece il suo primo tentativo di volo senza motore, proprio nel 1907: a Pian del Falco cerc� di far decollare, con l�aiuto della sola forza impressa dalle sue gambe su due pedali, un �aereocicloplano� di sua costruzione. Il tentativo si concluse malamente dopo 300 metri di volo a filo di pendio erboso, con l�apparecchio completamente sfasciato e con il pilota ferito, per fortuna in modo lieve.

Poi continu� la sua attivit� ciclistica, occupato (dal 1908 al 1912) come elettrotecnico presso la succursale di Bologna dell A.E.G.

Scoppiata la 1^Guerra Mondiale, Teichfuss si arruol� nell�aviazione tedesca, con la qualifica di �montatore motorista�, e and� sul fronte franco-tedesco, vicino a Reims.

Congedatosi nel novembre 1918. 1919 era di nuovo a Bologna, dove, sebbene in non pi� giovane et�, riprese l�attivit� ciclistica, diventando amico ed avversario (quasi sempre �perdente�) del grande campione Costante Girardengo. Con i proventi dell�attivit� di elettrotecnico e delle corse (sia al Velodromo di Bologna che in altri stranieri, dove vinceva discreti premi in denaro) si dedicava alla sua non sopita passione: la costruzione di apparecchi per il volo senza motore (gli odierni �alianti�).

Proprio nell�inverno 1923, Teichfuss fin� di costruire, presso lo stesso Velodromo di Bologna, il suo primo apparecchio, il CONDOR I�, con cui prese parte (il 1� ottobre 1924) al �Primo Campionato Italiano di Volo a Vela�, sulle pendici del monte Sisemol e avendo, come campo di gara l�anfiteatro dell�altopiano d�Asiago: al Campionato presero parte 5 piloti tedeschi su 5 formidabili alianti e altri due apparecchi italiani(il �Goliardia� e il �Febo Pagierini�, entrambi costruiti a Pavia). Il �Condor�, pilotato dal m.llo Canavesi, ebbe un�avaria ad un�ala e precipit�, con il pilota gravemente ferito ma che torn�, dopo varie settimane di ospedale per commozione cerebrale, nella sua Parma.

Nel 1925 Teichfuss costru� il CONDOR II�: lo svizzero (soprannominato erroneamente �e Tedasc�, ovvero �il tedesco�, a Pavullo, dove spesso soggiornava, specie per motivi di lavoro, contagiando con la sua passione per il Volo a Vela non pochi suoi amici pavullesi) non aveva una preparazione scientifica, ma aveva una forte capacit� intuitiva per i problemi scientifici dell�aerodinamica e aveva  assimilato rapidamente i concetti costruttivi delle macchine tedesche dominatrici ad Asiago. Famosa l�affermazione scherzosa ed affettuosa rivolta dall�Ing. Aeronautico Emanuele Gambilargiu (il progettista di �Goliardia�) al geniale progettista-costruttore autodidatta: �I calcoli sono sbagliati, ma il risultato � perfetto!�.

Nel 1926 Teichfuss conobbe il tenente pilota Umberto Nannini, di stanza all�aeroporto di Bologna, ai prati di Caprara. Nannini si offr� di pilotare il CONDOR III� (il II� si era subito rotto in un duro atterraggio) e lo fece a Bologna, prima di andare a Roma a frequentare il Corso Superiore di Aeronautica. Teichfuss, nel frattempo, aveva intensificato i suoi rapporti con gli amici pavullesi e spesso portava a Pavullo il CONDOR III�, per provarlo nei declivi limitrofi alla Via Giardini, situati alle porte del paese, in una zona che, secondo lui, era molto adatta ai lanci con elastici.

Verso la fine del 1926 termin� la costruzione del TENAX, un vero aliante veleggiatore: ormai Teichfuss era deciso a farsi strada nelle costruzioni velovelistiche, lasciando la sua attivit� di elettrotecnico. Tra il 1927 e il 1928 il �TENAX� comp� molti voli a Pavullo. Il pi� famoso fu quello che lo vide partire, nel novembre 1927, dalla localit� �Madonna dei Baldaccini� (a 5 Km. da Pavullo), pilotato dal capitano Nannini, per cercare di battere il record italiano di distanza di volo planare, detenuto da Ettore Cattaneo che nel 1926, aveva percorso, nei pressi di Varese, la distanza di 10,5 Km. in circa 16� di volo: dopo un lancio perfetto, Nannini si diresse in direzione Est-Nord-Est verso la valle del fiume Panaro e. dopo 9� di volo, dovette atterrare proprio nel greto sassoso del fiume, a poche centinaia di metri da Marano sul Panaro, non riuscendo a battere il record di Cattaneo per 1,5 Km. (da rilevare, tuttavia che Cattaneo si lanci� da una sommit� ben pi� alta).

Frattanto a Pavullo, nel 1927, ebbe luogo il primo corso sperimentale della �Scuola di Volo senza Motore�, per interessamento, a Roma, del capitano Umberto Nannini, coadiuvato dal Podest� di Pavullo, comm. Vincenzo Ghibellini. Alla fine dell�estate del �27 la Scuola fu ispezionata da Italo Balbo, Sottosegretario al Ministero dell�Aeronautica: a quel corso parteciparono 35 allievi, provenienti da ogni parte d�Italia, che utilizzarono 10 alianti �Espenlaub� e il �Tenax�. Nel dicembre 1928 fu ultimata la costruzione della caserma �Giulio Paolucci� (dal nome di un allievo pilota deceduto in un volo del 13-8-�28) e la Scuola divenne pienamente operativa sotto il comando del capitano Umberto Nannini, con il valido aiuto del tenente Pier Carlo Bergonzi (istruttore, progettista e pioniere del volo) che divenne grande amico di Luigi Teichfuss: Bergonzi, tra l�altro, progett�, a Pavullo, anche un�autovettura da corsa (la �Bergonzi�, appunto), di cui si parla diffusamente nel capitolo �Automobilismo�.

Nel 1929 Luigi Teichfuss spos� Giulia Manfredini, figlia di quella Clementina Manfredini che gestiva la trattoria �La Parmigiana�, presso cui si fermava nelle sue frequenti puntate a Pavullo fin dagli inizi degli anni �20; con il matrimonio prese dimora stabile a Pavullo, aprendo l�Officina Alianti, presso l�aeroporto, e un vero ufficio di progettazione presso le �Aie�, un insieme di antichi cortili posti dietro la sua abitazione di Via Mercato. Nacque cos� la �F.A.L. TEICHFUS�, cio� �Fabbrica Alianti Luigi Teichfus� (in Italia la seconda �S� del cognome non la metteva nessuno e Luigi si era adeguato!), l�unica, in Italia, specializzata in apparecchi di Volo a Vela: suoi dipendenti erano Rino Burgoni, Gianni Bertacchini, Bettini di Olina e Amilcare Zanaroli, allora ragazzino. In questa officina nacquero numerosi tipi di aliante, dei quali citeremo i pi� famosi, cio� quelli legati ad importanti imprese sportive.

Il �GABBIANO�, iniziato a Bologna e terminato a Pavullo alla fine del 1927, fu costruito in esemplare unico: fu il primo aliante ad avere un traino aereo, per cui, nel �29, fu trasportato da Pavullo all�aeroporto di Taliedo (Milano) a rimorchio di un aereo �Aviatik�. Sul periodico settimanale modenese “La Settimana Modenese” (Anno II, N. 29, pag. 3) compare, nel 1931, il seguente articolo:
LA SCUOLA DI VOLO A VELA A PAVULLO
Il velivolo, teso fortemente dai cavi elastici, liberato dal picchetto, parte con un balzo, quasi impennandosi, poi scivola sull’ali veloce e leggero. Le leve obbediscono facili ai comandi e pongono l’apparecchio nella direzione voluta di volo.
Abituati come siamo al rombo assordante dei motori, al fruscio dell’elica, restiamo come trasognati dinanzi al nuovo miracolo, dinanzi all’uomo che provvedutosi di ali potenti, riesce a vincere le leggi e le forze della natura.
Il volo a vela, a chi lo osserva per la prima volta, dà un brivido, un’emozione superiore a quella degli apparecchi muniti di motore.
Il motore, che romba e comunica le sue vibrazioni al velivolo vi dà la sensazione che la macchini dopo uno sbalzo e una rapida corsa debba staccarsi dal terreno e spaziare nell’alto dei cieli; non così l’apparecchio a vela. Invece, con vostra grande sorpresa, voi lo vedete lieve come una libellula librarsi, passare silenzioso sul vostro capo, ubbidiente virare: lo vedete prendere e perdere quota, acquistare velocità ed altezza, quando più il vento gli spiri contrario e veloce. L’uomo che vi sta sopra è veramente il padrone, l’anima il cervello dell’apparecchio. L’aviere è ritornato Icaro.
Questo sentivo, assistendo ai veleggi, alla scuola di Pavullo, che nulla ha da invidiare alle altre scuole nazionali ed estere. Sorta nel 1927 per il tenace volere del capitano Umberto Nannini, per iniziare gli avanguardisti ai segreti dell’aviazione, è andata ogni anno conquistando nuovo sviluppo, tanto da salire dai 1735 voli del primo anno, ai 7840 del trascorso estate. Centinaia di giovinetti vi si sono addestrati, dimostrando le loro maggiori o minori attitudini al volo. Pochi hanno dato scarsa prova. Trecento e più hanno ottenuto i brevetti dei varii gradi e hanno dato la sicura promessa che, domani, addestrati all’Accademia di Caserta o ad una delle scuole dei vari centri aviatorii, potranno divenire ottimi e provetti piloti di apparecchi militari e civili.
Gli allievi del primo corso dell’Accademia di Caserta hanno, nello scorso settembre, chiuso il ciclo delle loro esercitazioni con una serie di voli a vela, ottenendo ottimi risultati e dimostrando ancora una volta l’utilità di una tale istituzione, che affina i sensi, dà una preparazione spirituale e tecnica, che non ha confronto con qualsiasi altro mezzo.
“Il volo a vela, come gentilmente mi spiegava il capiatno Nannini, consiste nel compiere voli ed evoluzioni con apparecchi senza motore, acquistando quota o conservando la propria. Perché sia possibile veleggiare è necessario il concorso di varie circostanze e cioè una buona velocità di vento – almeno sei metri al secondo – un buon velivolo maneggevole e di alto rendimento, un pilota capace, molto sensibile, conoscitore dell’atmosfera e delle correnti aeree e una località adatta.
“Quella della località è forse la condizione più difficile a verificarsi. Un buon terreno per veleggiare è rappresentato da dune alte almeno cento metri. Il vento che viene dal mare, che ha una direzione e una velocità pressochè costante, investe le dune e converge in alto, formando una corrente ascensionale, una vera colonna d'aria ascendente. Lo stesso fenomeno si ha in montagna, quando il vento colpisce un pendio, tanto più se la china è ripida e non rivestita di vegetazione erborea.
“Tutta l’abilità del pilota sta nel permanere il più lungo possibile nella zona in cui si verificano tali condizioni, oppure nell’uscirne per passare con volo librato ad altro sito che si trovi nelle stesse condizioni o in condizioni ancora più favorevoli”.
E nel dire così mi mostrava il campo di Pavullo, che dispone di dolci pendici, che assai bene si prestano per i voli di istruzione, e vette, che a poca distanza si elevano al di sopra dei cento e dei duecento metri, come quelle di Lavacchio, Casa Bruciata, Montecuccolo, dove già sono state sistemate piste di lancio per voli di maggior importanza e durata.
Il cielo intanto si andava popolando di velivoli, che si alzavano, si libravano, toccavano dolcemente terra.
Ammiravo la nuova generazione di giovinetti che si addestrava perché le ali d’Italia ottenessero nuovi trionfi; pensavo agli sviluppi che in un lontano avvenire sarà riservato agli apparecchi a vela, quando intensificato il traffico aereo essi costituiranno altrettanti rimorchi aerei, che al momento opportuno, staccati dall’apparecchio a motore, guidati da un pilota, prenderanno terra nel punto voluto e un altro rimorchio, carico di passeggeri e bagagli, sarà aggiunto al velivolo, che continuerà il suo viaggio senza alcuna perdita di tempo.
L’aviazione avrà fatto allora un grande passo.
Gli esperimenti già compiuti, importanti quelli eseguiti a Milano dal capitano Nannini, lasciano sperare che si sia sulla via di una tale realizzazione.
Per il momento il volo a vela sta prendendo nuovi sviluppi. Ad esso rivolgono la loro attenzione e le loro cure S.E. Giuriati e S.E. Italo Balbo, che più di una volta ha degnato di una sua visita e della sua calda parola di elogio e di lode gli istruttori e gli allievi della scuola di Pavullo. (T.S.)

Sempre su un numero del 1931 de “La Settimana Modenese” (Anno II, N. 34, pag. 2) compare il seguente articolo:
GLI ALLIEVI DELLA R. ACCADEMIA AERONAUTICA -“CORSO IBIS” A PAVULLO
L’Aeroporto di Pavullo, la principale scuola italiana di volo a vela, ospita anche quest’anno gli aquilotti del primo corso dell’Accademia Aeronautica di Caserta.
La schiera dei giovani avieri si educa ad una vita di emozioni e di coraggio, tentando i voli librati, che costituiscono i “primi passi” nell’arte di navigare in cielo.
Si rinnovano così i primi tentativi dei pionieri del volo, e si insegna ai giovani che ogni ardimento è una più lucida potenza, e che bisogna essere in prima linea per le vittorie di domani.
Chi ha assistito ai voli degli “scivolatori” dell’Aeroporto di Pavullo non può non avere provato nell’animo un senso più vigoroso per questa gioventù nostra per cui l’esistenza è un’ascesa di tutti i giorni.
L’entusiasmo della serena età generosa, l’esempio dell’amore, dell’interessamento e dello studio per l’aviazione, che è ad un tempo “arte bella e scienza severa” e soprattutto la fede nell’avvenire sempre più fulgido dell’ala tricolore, fanno del campo di volo a vela di Pavullo una palestra di sicuro allenamento e di efficacissima preparazione per i futuri voli coi potenti apparecchi costruiti dalla tecnica italiana e portati alla vittoria dal fermo cuore dei nostri piloti.

Dopo altri modelli (il �NIBBIO I�� fu il primo aliante ad essere costruito interamente a Pavullo) occorre citare l� �ORIONE�, costruito nel 1932 in due esemplari, con importanti innovazioni mai viste prima a livello mondiale: la sua elegante silhouette (con una modernissima fusoliera) fu ammirata nel 1936, dopo varie altre manifestazioni, all�Olimpiade di Berlino. Nel �36 il Volo a Vela non era sport olimpico, ma fece una prova generale in vista dell�Olimpiade del 1940, che avrebbe dovuto svolgersi a Tokyo e nella quale il Volo a Vela avrebbe dovuto essere inserito. L� �ORIONE�, dipinto in rosso, fece scalpore seppur in lizza con modelli tedeschi ben pi� recenti: a Rangsdorf (a 27 Km. da Berlino) Visconti stabil� il primato italiano di guadagno quota, con 2.000 metri oltre lo sgancio, mentre Nannini super� i 1.000 metri.

Nel 1937, pilotato da Aldo Tait al 1� Concorso di Asiago,   �ORIONE� fece il record di durata con quasi 6 ore e, con Peselli, un guadagno quota di 1.200 metri e una distanza di 50 Km. dal campo di partenza.

LO �SPARVIERO� fu costruito, in esemplare unico, nel 1937 e usc� dall�officina all�inizio del 1938. Il primo collaudo (con pilota il tenente Adriano Mantelli, il collaudatore preferito da Teichfuss che lo chiamava �Cinin�) avvenne all�aeroporto di Borgo Panigale (Bologna) il 13 aprile 1938 e, due giorni dopo, fu riportato a Pavullo in volo a rimorchio; il 16 aprile Mantelli, sopra Pavullo, ottenne un guadagno quota di ben 2.200 metri e poi fece altri voli in acrobazia.

La prima esibizione ufficiale dello �SPARVIERO� ebbe luogo il 5 maggio 1938 a Roma Centocelle, in occasione della visita di Adolf Hitler a Mussolini: Mantelli esegu� varie figure (tra cui �Campana�, �Tonneaux� e il �Volo rovescio�) tra l�entusiasmo generale.

Lo �SPARVIERO� fu poi in azione al 6� Concorso di Berna (Svizzera) il 23 maggio 1938, dove Mantelli si ciment� con l� �Habicht� tedesco di Hanna Reitsch, asso del Volo a Vela, e con il fior fiore delle pi� avanzate macchine europee (anche Luigi Teichfuss era a Berna, come assistente tecnico e come interprete).

Il 4 e il 5 giugno, di ritorno da Berna, Mantelli e lo �SPARVIERO� ottennero un enorme successo all�aeroporto di Linate, presso Milano; il 6 giugno l�apparecchio torn� a Pavullo dietro traino, per preparare la manifestazione aerea di Firenze (24 e 25 luglio). In agosto partecip� ai Campionati di Asiago, pilotato dal Comandante della Scuola di Pavullo, il capitano Lauri, pure lui ottimo pilota acrobatico.

�TURBINE� fu ultimato, a Pavullo, all�inizio dell�estate 1939: fu un aliante fantastico e avanzatissimo, curato nei minimi particolari aerodinamici, unico e insuperabile allora in Italia per livello di prestazioni. Mantelli fece il primo volo, a Pavullo, il 29 luglio salendo fino alla quota di 2.000 metri e a questo ne seguirono altri che testimoniarono la perfetta messa a punto dell�apparecchio. Trainato da un �Caproncino�, Mantelli decoll� con �TURBINE� da Pavullo il giorno 11 agosto, raggiungendo Asiago dopo aver sostato a Bergamo e a Verona: prese parte al Concorso di Asiago del �39 e da qui si spost� a Vienna per partecipare ai Giochi Mondiali Universitari, programmati per l�agosto 1939 all�aeroporto di Badeu. Durante le gare mondiali degli �Studentspiele�, Mantelli col �TURBINE� ottenne il primo �C� d�argento italiano completo. In quell�occasione fu provato anche da Bernhard Flinsch, il tedesco campione del mondo, che lo giudic� superiore al suo famoso aliante �Reiher�, con una maneggevolezza molto superiore, specie in spirale.

�TURBINE� e �SPARVIERO� furono a Pavullo durante la Guerra, per servire nei corsi �premilitari� della �Scuola di Volo senza Motore�: il primo fu poi trasferito a Forl� dove se ne persero le tracce (forse distrutto in azioni belliche che investirono l�aeroporto di Forl�), mentre il secondo, secondo Teichfuss, fu messo fuori uso a Pavullo dal Comandante Contoli.

Nel 1943 (dopo aver visto distruggere, con cariche esplosive, la Caserma �G. Paolucci� dai soldati tedeschi, prima della loro ritirata verso nord) Teichfuss dovette interrompere la sua attivit�, dopo aver fatto 24 progetti di alianti, dei quali 21 ultimati, per un totale di macchine costruite di almeno 60 esemplari funzionanti: praticamente da solo, progett� e costru� il 40% di tutti gli alianti italiani prodotti dal 1923 al 1943!

Luigi Federico Teichfuss mor� a Pavullo l� 11 luglio 1966.

Queste succinte notizie sono state prese dal Volume �ALI MISTERIOSE�, di Rino Rinaldi, edito dal CLUB AEREO PAVULLO nel 1994. Tale opera potr� essere consultata da chi desiderasse approfondire l�argomento.  

L�attivit� del volo a vela riprese, per alcuni anni, nel 1968 grazie all�attivit� del �Volo a Vela� di Bologna. Dal 1994 � regolare un�attivit� dei volovelisti: nel 1994, nel 1996 e nel 1998 ci sono stati tre raduni biennali di alianti d�epoca (il prossimo � previsto nell�estate del 2001). Nell�ottobre 1999 ha avuto inizio il 1� Corso della Scuola di �Volo a Vela� di Pavullo, intitolato a �Adriano Mantelli�, il mitico collaudatore degli alianti negli anni �30.

Pavullo � l�unica scuola italiana in cui il lancio degli alianti avviene esclusivamente mediante verricello, che pu� considerarsi un�alternativa al traino aereo.

 

PARACADUTISMO

Pavullo vanta una notevole tradizione in questa attivit� sportiva. Il paracadutismo inizi� circa vent�anni fa, grazie soprattutto al Sig. Ariodante Mazzacurati, ed � proseguita con regolari e annuali Scuole di insegnamento di questa disciplina. La scuola di paracadutismo � stata sostituita, negli ultimi anni, da stages di perfezionamento. Dal punto di vista prettamente sportivo, si sono svolte, sul campo di Pavullo, numerose edizioni di Campionati Italiani, nelle varie specialit� (precisione, stile, etc. ).

Gran finale, al Campo d’Aviazione di Pavullo nel Frignano, con la disputa, dal 22 al 24 agosto 2008, dei Campionati Italiani Assoluti.
Tanti gli atleti che hanno preso parte alla manifestazione, organizzata dalla Scuola Nazionale di Paracadutismo e perfettamente riuscita anche per i tre giorni di splendido sole: erano presenti le squadre della Scuola Nazionale, del Centro Sportivo dell’Esercito e dei Carabinieri. Hano collaborato l’Aero Club di Pavullo e vi è stato il patrocinio del Comune di Pavullo, della Comunità Montana del Frignano e del Consorzio “Valli del Cimone”.
I paracadutisti si sono cimentati nelle tre specialità canoniche di questo sport: formazioni a paracadute aperto, stile in caduta libera e precisione in atterraggio.

PATTINAGGIO ARTISTICO

Campionati Italiani a Fanano
Due intensi fine-settimana al Palghiaccio di Fanano, per la disputa dei Campionati Italiani di Pattinaggio Artistico.
Dal 18 al 20 luglio 2008 si sono disputate le Finali Nazionali delle categorie “Cadetti” e “Jeunesse”. Nell’accogliente scenario naturalistico di Fanano, al Palaghiaccio c’è stata una buona organizzazione ed i risultati sportivi hanno pienamente rispettato le previsioni della vigilia.
Al di là dei piazzamenti finali, è stato soddisfacente il comportamento degli atleti modenesi, molti dei quali hanno raggiunto la finale.
Le attenzioni maggiori sono state riservate alla spezzina, 14 anni nel prossimo mese di ottobre, Silvia Lambruschi, dominatrice assoluta tra i “Cadetti” e già Campionessa Europea nel 2007. Ottimo “viatico”, questa vittoria, per i prossimi Campionati Europei di Roccaraso.
Dal 25 al 27 luglio 2008 grande appuntamento con le fasi finali del Campionato Italiano delle massime categorie (“Juniores” e “Seniores”, maschile e femminile).
Davanti ad un folto pubblico (erano ben 3.500 gli spettatori nella giornata conclusiva), c’è stato, per Fanano, un successo storico e meritato.
Per i modenesi il risultato di maggior prestigio è stata la conquista del Titolo Nazionale Assoluto, nella specialità “coppia danza”, da parte dei “seniores” modenesi Enrica e Gabriele Gasparini, che hanno così coronato un sogno che sembrava irrealizzabile, mettendo in bacheca quel titolo tricolore che ancora mancava.
Questo è stato il primo titolo italiano assoluto da loro conquistato, avendo preceduto la coppia veneta Comin - De Candido-Pontello (già loro avversari nell’ultimo Campionato Mondiale d’Australia) e quella mantovana Remondini – Piva.
I fratelli Gasparini hanno dominato nei tre giorni di gara, finendo in testa alla classifica dopo gli “obbligatori” della prima giornata e, soprattutto, terminando sempre in testa nella serata di sabato quando, nella “danza originale”, hanno interpretato alla perfezione la prova aggiudicandosi un punteggio altissimo e ipotecando così il tricolore. Alla domenica, nella prova di “libero”, la gara si è fatta serrata e emozionante ma, nonostante la tensione manifestata, la coppia modenese è riuscita a mantenere il primato in classifica, uscendo dalla pista con un alto punteggio e la “standing ovation” del folto pubblico. Alla fine, commossi i due fratelli insieme alla loro allenatrice Beatrice Lotti. E ora li attende il Campionato Mondiale di Taiwan nel prossimo mese di novembre.